martedì 31 marzo 2009

3 - Ci siamo trasferiti su: "unabasesicura.it"

Cari amici e gentilissime colleghe,
dopo più versioni pilota, siamo finalmente giunti ad una versione del Coffy Test, che si spera definitiva. La sperimentazione del Coffy Test continua sul sito
www.unabasesicura.it

2 - COFFY TEST

Un'applicazione clinica della teoria dell'attaccamento.
Nel bambino piccolo, che non ha raggiunto adeguate capacità di linguaggio e specialmente di auto-riflessione, le rappresentazioni mentali possono essere esplorati tramite vignette o disegni.
Questa non è una novità perché è ben consolidato l’uso di materiale proiettivo di questo tipo, basti pensare al Blacky Pictures Test e al Patte-Noire Test, dove ci sono disegni di cagnolini o maialini, con i quali il bambino tende ad identificarsi.
Le tavole di questi test sono disegnate per studiare le fasi dello sviluppo psico-sessuale del bambino descritte da Freud (fase orale, anale, ecc), mentre ora ci interessa di più analizzare le rappresentazioni mentali del bambino nelle situazioni dove c’è un contrasto tra l’autonomia esplorativa e la necessità di protezione.
Il sistema dell’attaccamento nasce dall’esigenza di protezione (all’inizio della nostra specie il piccolo lontano dai genitori finiva facilmente preda di animali feroci), ma, allo stesso tempo, la protezione del genitore non deve diventare ostacolo all’autonomia esplorativa del piccolo.
Il test in fase di sperimentazione (Coffy Test) è un test di tipo proiettivo.
Nelle prove finora condotte il test si è dimostrato estremamente utile per l’abbondanza del materiale proiettivo evocato.
Per dare una validità alla valutazione quantitativa occorre affiancare sempre la somministrazione del Coffy a quella del SAT (già validato).

mercoledì 25 marzo 2009

1- PROPOSTA di SPERIMENTAZIONE

Perchè sperimentare un nuovo test?
La nostra pratica clinica è caratterizzata dall’osservazione contemporanea del bambino e dei suoi genitori, spesso con una presa in carico che permette contatti prolungati, talvolta anche per anni.
L’osservazione contemporanea (e prolungata) di genitori e figli permette di porre attenzione alle dinamiche interpersonali che, se persistentemente alterate, possono, spesso con l’intervento di altri fattori concausali, determinare la sofferenza psichica del minore.
Diversi concetti elaborati da Bowlby ed altri possono contribuire ad una migliore comprensione della relazione genitori/figli e, in particolare, dei meccanismi che influenzano lo sviluppo psichico ed intervengono nella genesi dei disturbi psichici.
Ciò nonostante la psicologia dell’attaccamento, anche per la limitata diffusione del materiale testologico specifico, non ha ancora (specialmente nei nostri servizi) un impiego adeguato all’importanza dei suoi concetti teorici ed alle evidenze dei risultati sperimentali.
Nelle comuni situazioni cliniche, per i bambini da 5 a 14 anni o più, è facilmente utilizzabile il S.A.T. (Separation Anxiety Test) in commercio (nella versione italiana curata dalla prof.ssa Grazia Attili del test originariamente proposto da Klagsbrun e Bowlby) a soli 23 euro (Attili, UNICOPLI Milano, 2001).
Questo test, ampiamente validato, è costituito da 6 vignette che rappresentano situazioni stressanti di separazione, e consente di classificare il tipo di attaccamento del minore.
Nel sistema motivazionale dell'attaccamento, alcuni autori (Grossmann et al., 1999) includono però anche l’attività di esplorazione oltre alla protezione assicurata dalla figura di riferimento.
Manca ancora un test che esamini la sicurezza nell'esplorazione unitamente a quella assicurata dalla figura, o dalle figure, di attaccamento.
Per questo abbiamo pensato di modificare test quali il Blacky ed il Patte Noire, impostati secondo la teoria psicoanalitica delle fasi psico-sessuali, per studiare le rappresentazioni mentali del bambino relativamente all'attaccamento (protezione ed esplorazione) a fini clinici.
Una volta raccolto un certo numero di casi, i risultati verranno sottoposti ad analisi statistiche al fine di rilevare i limiti di normalità ed ogni altra possibile indicazione, in modo che gli stessi test (eventualmente integrati o corretti) possano essere poi usati nell’attività clinica.